I punti di contatto tra intelligenza artificiale e criptovalute stanno crescendo come espresso dalla maggior parte degli esperti del settore, e questo viene fondamentalmente visto come un fenomeno naturale. Questo scenario sta coincidendo in parallelo con l’avvento del software ChatGpt e questo sta destando più di qualche sospetto. D’altronde se è vero che attualmente il settore dell’intelligenza artificiale sta vivendo un periodo molto positivo è altrettanto vero che non si può dire la stessa cosa per blockchain e crypto, in virtù di un 2022 davvero complicato che ha visto anche fallire realtà importanti come l’exchange Ftx.
Partendo da questo riteniamo che l’intelligenza artificiale può rappresentare un potenziale volano per far ripartire tutto l’ecosistema crypto. Analizzando un po’ di numeri, infatti, vediamo che le prime cinque criptovalute che fanno riferimento all’AI hanno raggiunto una capitalizzazione di quasi 3 miliardi di dollari, cifra decuplicata soltanto nell’arco di tre mesi. Abbiamo trovato questo interessante articolo sul blog di Daniele Marinelli, un imprenditore italiano che guida la DTSocialize Ltd, azienda fintech specializzata nella fornitura di servizi e detentrice del token DTCoin.
I nuovi progetti The Graph, SingularityNet e FetchAi
Tutti questi grandi numeri hanno portato, di conseguenza, ad accendere i riflettori su nuovi progetti come, ad esempio, The Graph, SingularityNet e FetchAi. Il primo si occupa di un servizio di analisi dei dati decentralizzato, che va a sfruttare l’intelligenza artificiale per analizzare le informazioni che provengono da più fonti, al fine di offrire un quadro più completo del progetto. Gli altri due, invece, sono piuttosto simili e sono dei marketplace del settore AI e consentono agli utenti la possibilità di utilizzare dei bot per realizzare dei contenuti multimediali. Ora però ci si puó chiedere cosa c’entrino questi tre progetti con le criptovalute ma la risposta è semplice. Il token nativo di queste piattaforme, ricorda Daniele Marinelli, è necessario per poter usufruire del servizio offerto, creando una commistione dell’AI con l’industria crypto, pur senza delegittimare in nulla il valore delle tecnologie chiamate in causa, sia per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, sia per le criptovalute. In pratica possiamo dire che la prima, almeno attualmente, non sta fungendo da valore aggiunto alle seconde.
Le prime truffe comprovate
In quanto imprenditore a capo di un’azienda di servizi fintech, Daniele Marinelli (Ushare, DTSocialize, DTCoin) pone in primo piano la sicurezza delle piattaforme alla quale accedono, ogni giorno, migliaia di suoi utenti. Per questo motivo, sul suo blog, troviamo diversi alert come quello riguardante PeckShield, la società che si occupa di sicurezza su blockchain, e in questi ultimi mesi ha realizzato delle ricerche specifiche, individuando diversi token e progetti scam, abbinati a delle truffe vere e proprie. In pratica gli utenti vengono attirati a ChatGpt attraverso la descrizione dettagliata dei progetti ma, nella maggior parte dei casi, si trovano nel bel mezzo di una truffa in schemi come honeypot, pump & dump o imposte di vendita elevatissime. In questo senso, uno dei nomi più sfruttati è stato BingChatGpt e, a seconda dei casi, gli utenti hanno pagato delle imposte elevatissime, anche del 99%, venendo truffati anche nel caso di profitto, oppure hanno visto crollare il valore dell’asset attraverso la vendita delle partecipazioni di maggioranza in possesso dei fondatori del token stesso.